Con una mostra alla Braidense di Milano e un catalogo dedicato, è stato ricordato Raffaello Bertieri e la sua rivista “Il Risorgimento Grafico” che, nella prima metà del Novecento, risollevò le sorti della tipografia italiana.
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Il 4 ottobre 2011, presso la Biblioteca Nazionale di Brera di Milano – promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia – è stata inaugurata la mostra "Nova Ex Antiquis”, dedicata alla figura di Raffaello Bertieri (1875-1941) e alla rivista “Il Risorgimento Grafico, pubblicata dal 1902 al 1941, anno della sua scomparsa.
La meravigliosa sala “Maria Teresa” della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano.
La mostra, dal titolo "Nova ex Antiquis - Raffaello Bertieri e Il Risorgimento Grafico", inaugurata alle 16.30 nella splendida cornice della Sala Maria Teresa della biblioteca Braidense – diretta da Andrea De Pasquale – è stata curata da Massimo Dradi, Mauro Chiabrando e Gaetano Grizzanti, promossa dal Museo Bodoniano, dall’Associazione Culturale Studi Grafici e da Aiap, l’associazione italiana per il design di comunicazione visiva.
All’inaugurazione hanno partecipato anche Enrico Tallone (editore e tipografo), Paola Pallottino (storica dell'illustrazione) e gli eredi di Raffaello Bertieri, il nipote omonimo e il pronipote Francesco Gemelli.
Da sinistra: Francesco Gemelli, Raffaello Bertieri, Enrico Tallone, Andrea De Pasquale, Massimo Dradi, Gaetano Grizzanti, Mauro Chiabrando, Paola Pallottino.
In occasione della mostra è stato realizzato uno speciale catalogo, sviluppato da Univisual, e stampato con una tiratura di 2.000 copie
Chi è Raffaello Bertieri
Milanese di adozione, Bertieri è nato a Firenze il 15 gennaio 1875 da famiglia di modeste origini, è costretto a interrompere il suo breve ciclo di istruzione ai primi tre anni di scuola elementare e, dopo essere stato garzone, a 13 anni entra in tipografia.
Diventa compositore lavorando, tra gli altri, con Salvatore Landi (Firenze 1831-1911), per cui è anche revisore artistico.
Nel 1898 era già presidente della Federazione del Libro. Nel 1927 dà vita all'Istituto Grafico Bertieri la cui sede – dal Dopoguerra di proprietà dell'Unione Grafici e acquistata da Angelo Rizzoli nel 1950 – ospiterà l'Istituto Rizzoli per l'insegnamento delle Arti Grafiche.
Studioso di Bodoni e dei grandi maestri calligrafi e tipografi del Rinascimento, concepisce, in diverse varianti – per la fonderia Nebiolo di Torino – i caratteri italiani “Ruano”, “Paganini” e “Inkunabula” corsivo.
Negli anni Trenta la sua notorietà è al culmine, grazie anche alle numerose partecipazioni a fiere internazionali, in patria e all'estero.
Bertieri riscopre in chiave moderna i valori estetici e artistici, fatti di armonia e semplicità, dell'antica tradizione rinascimentale italiana.
Bertieri dedicherà grandi energie all'insegnamento per la formazione di nuove generazioni di tipografi.
Per realizzare l'utopia di una educazione popolare al “bello tipografico”, in occasione delle "Feste del Libro", Bertieri organizzava ad Asso, Comune in provincia di Como, le cosiddette "Pastorali del Libro" durante le quali regalava alla cittadinanza volumi accuratamente scelti per ciascun destinatario.
Oltre agli studi sull'estetica del libro, la sua produzione editoriale comprende gemme come i volumi stampati per la Campari, dai mitici “Cantastorie” (1927-1932) a “La pubblicità di una grande casa italiana” di Mario Ferrigni (1937).
Nel 1941, dopo una breve malattia, muore nella sua adorata Casa del Tiglio, compianto non solamente dall'universo delle arti grafiche, ma da tutto il mondo della cultura.
La rivista “Il Risorgimento Grafico”
Bertieri entra nella redazione dell’appena nata rivista bimestrale "Il Risorgimento Grafico" nel 1902. Nel 1904 è già direttore responsabile, assumendo nel 1906 la proprietà della testata, con l'obiettivo di risollevare la tipografia italiana dallo stato di arretratezza in cui si trovava ormai da molti anni.
Nell’imponente raccolta della rivista (37 annate e 407 numeri) è documentata la storia delle arti grafiche in Italia della prima metà del Novecento: dai fattori tecnici all'illustrazione, dall'estetica del libro a quella dello stampato in generale.
Per stimolare la creatività delle maestranze, "Il Risorgimento Grafico" bandirà ben 48 concorsi (nazionali e internazionali): da "Francobollo" (1926), passando per le "Copertine" (1935) – quando Bruno Munari si classificherà secondo – fino alle "Carte da lettera" (1937).
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